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Vitigni

Le eccellenze della viticoltura del Ponente Ligure

Rossese di Dolceacqua, Vermentino e Pigato

La vite predilige le colline più assolate, per favorire la fotosintesi che dà origine agli zuccheri. I nostri terreni, meno umidi rispetto a quelli della pianura, impediscono la stagnazione ed evitano sviluppi di muffe e marciumi nei vitigni. Presentano inoltre temperature ideali per la viticoltura di uve Rossese di Dolceacqua, uve Vermentino e Pigato.

Il Vermentino è un vitigno dalla foglia medio-grande e pentagonale, con cinque lobi e denti pronunciati e irregolari. Il grappolo, di forma cilindrica o piramidale può essere medio o grosso, così come l’acino giallo-verde, di struttura sferoidale.

Il Pigato ha caratteristiche simili a quelle del Vermentino. Si differenzia per foglia e grappoli di dimensioni più piccole e per il colore dell’acino, che una volta giunto a maturazione risulta ambrato, con tipiche macchie color ruggine (dette pighe in dialetto, da cui il nome pigàu).

Il Rossese, invece, è dotato di foglia grande provvista di cinque lobi. Il suo grappolo ha grandezza media e forma troncoconica, è alato e mediamente compatto; l’acino è rotondo e di colore violaceo scuro, leggermente ceroso. L’uva impiegata per ottenere il Rossese di Dolceacqua D.O.C. deve appartenere a questo vitigno per almeno il 95% e può essere completata da altre locali cultivar rosse non aromatiche (massimo 5%), ma noi abbiamo scelto di vinificarlo in purezza. La sua resa massima per ettaro è pari a 90 quintali.

Il Rossese di Dolceacqua è stato il primo vino ligure ad ottenere la D.O.C. (Denominazione d’Origine Controllata) nel 1972!

filare di rossese
filare di rossese

Il Vermentino è un vitigno dalla foglia medio-grande e pentagonale, con cinque lobi e denti pronunciati e irregolari. Il grappolo, di forma cilindrica o piramidale può essere medio o grosso, così come l’acino giallo-verde, di struttura sferoidale.

Il Pigato ha caratteristiche simili a quelle del Vermentino. Si differenzia per foglia e grappoli di dimensioni più piccole e per il colore dell’acino, che una volta giunto a maturazione risulta ambrato, con tipiche macchie color ruggine (dette pighe in dialetto, da cui il nome pigàu).

Il Rossese, invece, è dotato di foglia grande provvista di cinque lobi. Il suo grappolo ha grandezza media e forma troncoconica, è alato e mediamente compatto; l’acino è rotondo e di colore violaceo scuro, leggermente ceroso. L’uva impiegata per ottenere il Rossese di Dolceacqua D.O.C. deve appartenere a questo vitigno per almeno il 95% e può essere completata da altre locali cultivar rosse non aromatiche (massimo 5%), ma noi abbiamo scelto di vinificarlo in purezza. La sua resa massima per ettaro è pari a 90 quintali.

Il Rossese di Dolceacqua è stato il primo vino ligure ad ottenere la D.O.C. (Denominazione d’Origine Controllata) nel 1972!